Il Festival di Cannes si conferma ancora una volta come vetrina privilegiata per le eccellenze del cinema internazionale, tra queste spicca la nuova fatica artistica di Valeria Golino, ‘L’Arte della Gioia’. Il film, che vede protagonista l’antieroina Serafina, trae spunto dal romanzo di Goliarda Sapienza e rappresenta una vera e propria immersione nella Sicilia del ventesimo secolo, tra luci e ombre di una terra intrisa di contrasti.
‘L’Arte della Gioia’ si distingue per il suo respiro narrativo ampio, capace di spaziare dalle dinamiche più intime e personali alle vicende storiche e collettive che hanno segnato l’isola e il secolo. Golino, con sagacia e sensibilità, riesce a trasportare lo spettatore in un mondo al contempo scabroso e liberatorio, dove Serafina, attraverso le sue scelte di vita anticonformiste e spesso controcorrente, diventa simbolo di un’indipendenza femminile tanto faticosamente conquistata quanto fragilmente preservata. Una narrativa che, pur nelle sue specificità, riecheggia universalmente come inno alla libertà dell’essere.
La performance dell’attore protagonista, Tecla Insolia, è stata uno degli elementi maggiormente celebrati del film. Dalla piazza Bovio alla passerella di Cannes, Insolia ha dimostrato una maturità recitativa sorprendente, incarnando perfettamente il tumulto interiore e la forza indomabile del suo personaggio. La presenza di ‘L’Arte della Gioia’ al Festival di Cannes non è solo un tributo alla bravura di Golino e del suo cast, ma si pone anche come momento di riflessione sul potere salvifico e rivelatore dell’arte, sul suo essere veicolo di discussioni profonde e necessarie.