La tragedia del Mottarone rimarrà per sempre incisa nella memoria delle famiglie delle vittime, costrette a convivere con il dolore di una perdita tanto immane quanto improvvisa. Il 23 maggio 2021, la cabina di una funivia si staccò, precipitando a terra e mietendo quattordici vittime all’istante, lasciando una persona, un bambino, gravemente ferito. Questo evento ha generato una profonda lacerazione nel tessuto sociale della comunità locale e nazionale, risvegliando interrogativi sulla sicurezza delle infrastrutture in Italia e sulla responsabilità legale in caso di disastri così devastanti.
Il percorso della giustizia
La ricerca di giustizia per i familiari è tortuosa e si snoda attraverso corridoi giudiziari spesso inaccessibili ai non addetti ai lavori. Mentre i responsabili vengono processati, si svelano le dinamiche e le mancanze che hanno portato al disastro, tra cui manutenzioni non eseguite correttamente, controlli elusi e omissioni gravi. Il procedimento legale ha l’arduo compito di stabilire le responsabilità e, forse, di dare un senso al dolore, ma può davvero la giustizia lenire un dolore così radicato nei cuori di chi ha perso i propri cari?
“Condannati a ricordare”
Per i familiari delle vittime, la condanna non è solamente quella dei colpevoli ma è una condanna a ricordare ogni giorno l’assenza, a vivere senza le persone amate. È una condanna a cercare risposte in un mare di domande, a sperare in un epilogo giudiziario che possa quantomeno affacciare una luce di verità sul triste evento. La memoria della tragedia si insinua in ogni ricorrenza, in ogni festività, in ogni momento di quotidianità che, forzatamente, diventa un tributo silenzioso a chi non c’è più.