Il Festival di Cannes 2024 si è fatto portavoce di una delle produzioni più discusse e attese dell’anno, ‘The Apprentice’, un film che getta uno sguardo indagatore e controverso sugli anni formativi del giovane Donald Trump e sul suo rapporto con figure di potere oscure e influenti. Tra intriganti narrazioni e una curata ricostruzione storica, il film si avventura nel complicato intreccio di ambizioni, successi e dubbi etici che hanno segnato l’inizio della carriera dell’ex presidente degli Stati Uniti, svelando gli aspetti meno conosciuti della sua ascesa al potere.
‘The Apprentice’ svela dettagli inediti e provocatori su come Trump, già in tenera età, abbia dimostrato un’intelligenza affilata e un’incredibile determinazione nel raggiungere i propri obiettivi. Il focus del film si concentra soprattutto sulla sua relazione con un avvocato di dubbia fama, raffigurato come un ‘pattO col diavolo’ che avrebbe in seguito definito gli equilibri e le dinamiche di potere nella sua vita. Questa figura ambigua è presentata come colui che ha plasmato, non senza controversie, il carattere e la visione del futuro presidente, insegnandogli a navigare tra le acque torbide della finanza e della politica americane.
La presentazione di ‘The Apprentice’ a Cannes ha suscitato un’ampia gamma di reazioni, da chi vede nel film un tentativo coraggioso di fare luce su un periodo critico e spesso sottovalutato della storia americana, a chi critica la scelta di portare su grande schermo la vita di una figura così divisiva. Nonostante le divergenze di opinione, è innegabile che il film abbia offerto un contributo significativo al dibattito su potere, ambizione e moralità, posizionandosi come un’opera che stimola riflessione e discussione. Laddove la storia si intreccia con la leggenda, ‘The Apprentice’ ci invita a interrogarci sulla vera natura del sogno americano e sui costi del successo a ogni costo.