L’alba nella provincia di Gela si è risvegliata con le sirene delle forze dell’ordine che hanno concluso con successo l’operazione ‘Ianus’. L’incursione ha visto l’arresto di 54 soggetti implicati in una vasta rete di traffico di sostanze stupefacenti che legava le famiglie criminali di Gela a quelle della ‘ndrangheta e a cellule operative a Catania. I dettagli dell’operazione rivelano la profonda connessione tra le diverse organizzazioni mafiose e la sofisticata logistica impiegata per il commercio di droga su vasta scala.
La rete Gelense
La mappa criminale che emerge dall’operazione Janus è complessa. I clan gelesi si sono dimostrati abili agricoltori del proibito, curando con attenzione piantagioni nascoste tra la vegetazione locale. Queste ‘agriculture illecite’ hanno costituito la base di partenza per un traffico che si estendeva ben oltre i confini della Sicilia.
Gli scambi con la ‘ndrangheta e i catanesi
Non meno importante è la scoperta degli scambi di coca e altre droghe che hanno visto protagonisti gli affiliati dei clan della ‘ndrangheta e gli operatori catanesi. Le intercettazioni e le indagini hanno delineato una trama di alleanze e di affari che ha consolidato la posizione di queste organizzazioni nel panorama del narcotraffico internazionale.
I nomi dei coinvolti
Una lista che si legge come un registro della malavita è stata ricavata dalle indagini: ciascuno dei 54 arrestati ricopre un ruolo all’interno della rete. Capirne le gerarchie e le funzioni è stato fondamentale per le forze dell’ordine per orchestrare le manovre che hanno portato al successo dell’operazione Janus e danno un duro colpo alla criminalità organizzata.