Una luce si spegne, una storia rimane
A 105 anni si è spento Bruno Segre, avvocato e partigiano noto come ‘Elio’, testimone instancabile dei valori antifascisti e della lotta per la libertà durata un intero secolo. Nato nel 1918, Segre entrò giovanissimo in contatto con gli ideali della Resistenza, diventando simbolo di un impegno che non si è mai concluso, nemmeno dopo la fine della guerra. La sua scomparsa, annunciata durante l’anno giudiziario a Torino, è stata segnata da un lungo applauso congiunto, in una sala commossa per la perdita di un uomo che ha fatto la storia del nostro Paese.
Un testimone della memoria
Partigiano, avvocato, politico, ma soprattutto testimone: Bruno Segre ha trasformato la propria vita in un racconto vivo della memoria. Non solo durante le celebrazioni ufficiali, come il 25 aprile, ma anche in occasioni meno istituzionali, Segre non ha mai smesso di narrare gli orrori del fascismo e le battaglie per la libertà. In una delle sue ultime interviste aveva sottolineato l’importanza di insegnare alle nuove generazioni il ‘gusto della libertà’, evidenziando allo stesso tempo la sua preoccupazione per chi, nella politica contemporanea, trascura il valore della pace a favore delle armi.
Il sogno di Paraloup e il futuro
Uno dei desideri di Bruno Segre era di visitare la borgata partigiana di Paraloup, sogno che riuscì a realizzare, rimarcando la profondità del legame tra i luoghi della Resistenza e la sua esperienza personale. La sua figura rimarrà sempre un faro per chi crede nei principi di giustizia, eguaglianza e libertà. E così, mentre un grande uomo si congeda dalla scena della vita, il compito di mantenere viva la fiamma della memoria storica passa a noi, affinché il suo esempio possa continuare a illuminare le strade di tutti coloro che credono in un mondo più giusto.