La recente scossa di terremoto che ha colpito Taiwan ha messo alla prova le infrastrutture del Paese, dimostrando nuovamente l’efficacia delle soluzioni d’ingegneria antisismica adottate in alcuni dei suoi edifici più iconici. Tra questi spicca il grattacielo Taipei 101, noto non solo per essere stato tra i più alti del mondo alla sua inaugurazione, ma anche per la sua capacità di resistere a terremoti di grande intensità grazie a un’innovazione progettata dallo strutturista italiano Renato Vitaliani: una sfera di 660 tonnellate sospesa tra i piani 87 e 92 dell’edificio, che funge da smorzatore di massa sintonizzato.
Il principio di funzionamento della sfera salvatrice è relativamente semplice ma estremamente efficace. Durante un terremoto, la sfera si muove in direzione opposta al movimento dell’edificio, contrastandone le oscillazioni e riducendo significativamente il rischio di danni strutturali. Questa tecnologia ha dimostrato la sua efficacia durante il recente sisma, proteggendo l’edificio e le persone all’interno. L’idea di usare un pendolo di così grande massa per stabilizzare un grattacielo era rivoluzionaria al momento della costruzione di Taipei 101 e rimane un benchmark per l’ingegneria sismica in tutto il mondo.
Inoltre, il contesto in cui si trovano Taiwan e Taipei, in particolare, rende ancora più rilevante l’innovazione di Vitaliani. Taiwan si trova in una zona ad alto rischio sismico, a causa della sua posizione nelle vicinanze della cintura di fuoco del Pacifico. Gli eventi sismici sono quindi relativamente frequenti e possono essere di grande intensità. Di conseguenza, l’architettura e l’ingegneria locali hanno dovuto adattarsi, dando vita a soluzioni sempre più avanzate per proteggere le strutture e le persone. Il successo della sfera di Taipei 101 è un esempio lampante di come l’innovazione possa rendere più sicura la vita in aree a rischio, dimostrando l’importanza degli investimenti in ricerca e sviluppo nel campo dell’ingegneria antisismica.