La sordità di Ludwig van Beethoven ha da sempre rappresentato un mistero che ha affascinato studiosi e appassionati di musica classica. Nonostante le numerose teorie avanzate nel corso degli anni, solo di recente una ricerca scientifica ha fornito spiegazioni convincenti, che aprono nuove prospettive sulla vita e le opere del celebre compositore tedesco. Analizzando due ciocche di capelli di Beethoven, gli scienziati hanno scoperto livelli insolitamente alti di piombo, suggerendo che uno dei possibili contributi alla sua sordità potrebbe essere stato proprio l’avvelenamento da questo metallo pesante.
Un’altra teoria, emersa dagli studi condotti sui capelli del musicista, punta il dito contro il vino che Beethoven consumava abitualmente. È noto che all’epoca il piombo veniva usato per dolcificare il vino, e l’alta concentrazione di questa sostanza nel sangue del compositore potrebbe spiegare la progressiva perdita dell’udito. Questa ipotesi trova fondamento anche in documenti storici che testimoniano come il piombo fosse un additivo comune in molti vini dell’epoca, facendo emergere una correlazione tra le abitudini alimentari di Beethoven e i suoi problemi di salute.
Ricercatori e musicologi ora si interrogano su come queste nuove scoperte possano gettare luce non solo sulla biografia di Beethoven ma anche sull’interpretazione delle sue opere. La sordità ha indubbiamente influito sulla composizione musicale dell’artista, forse spingendolo verso un’espressione più introspettiva e profonda. La conferma dell’avvelenamento da piombo come causa della sordità di Beethoven non riduce la grandezza del suo genio, ma offre una nuova chiave di lettura della sua musica e della sua vita, troppo spesso romanticizzata o vista attraverso il prisma della sofferenza.