Per oltre 200 anni, il mistero che ha avvolto la sordità di Ludwig van Beethoven ha suscitato curiosità e speculazioni. Nonostante le numerose teorie proposte nel corso dei secoli, solo di recente gli studiosi sono riusciti a fare luce su questo enigma, che ha profondamente influenzato la vita e l’opera del compositore. Grazie a sofisticate analisi scientifiche effettuate su due ciocche dei suoi capelli, è stato possibile tracciare un legame tra la sua patologia e l’eccessivo consumo di vino, contaminato da piombo.\n\nLa ricerca, che riunisce esperti di chimica, storia e musica, ha esaminato i livelli di metalli pesanti presenti nei campioni di capelli, rivelando concentrazioni anomale di piombo, molto al di sopra di quanto normalmente trovato in una persona del suo tempo. Questi risultati appoggiano l’ipotesi che il consumo abituale di vino, in quel periodo spesso addolcito con composti a base di piombo per migliorarne sapore e conservabilità, abbia potuto contribuire non solo alla sordità di Beethoven, ma anche ad altri gravi problemi di salute che lo afflissero durante la sua vita.\n\nQuesto ritrovamento apre nuove interpretazioni non solo sulla biografia di Beethoven, ma anche sulle influenze che le sue difficoltà fisiche potrebbero avere avuto sulla sua musica. Se da un lato il dolore e l’isolamento dovuti alla perdita dell’udito traspaiono in molte delle sue composizioni, la sua capacità di continuare a comporre musica immortale nonostante l’avanzare della sordità rimane una delle testimonianze più potenti della forza dell’ispirazione artistica oltre le barriere fisiche. Le ricerche suggeriscono così una rinnovata riflessione sull’interazione tra arte, scienza e le storie personali degli artisti.