Il movimento giovanile Fridays for Future, noto per il suo impegno nel combattere il cambiamento climatico, ha dato vita a una serie di azioni eclatanti a Milano. Nella giornata dedicata alle proteste ambientali, giovani attivisti si sono concentrati contro due giganti dell’industria del fast food: McDonald’s e KFC. L’obiettivo era chiaro: evidenziare l’impatto ambientale della produzione di cibo su larga scala e la responsabilità di queste aziende nel perpetuare modelli di consumo insostenibili.
Tra striscioni e canti, alcuni partecipanti sono entrati nei locali brandendo la bandiera palestinese, un gesto simbolico per richiamare l’attenzione non solo sulle questioni ambientali ma anche sulla pace e i diritti umani. Il messaggio era potente: le sfide globali come la crisi climatica e i conflitti internazionali sono interconnesse, e non si può pensare di affrontarle isolatamente. Questa azione ha suscitato reazioni miste, tra il supporto di molti passanti e l’incomprensione di altri.
La scelta dei luoghi, McDonald’s e KFC, non è casuale. Da anni, questi colossi del fast food sono sotto il mirino degli ambientalisti per le loro pratiche non sostenibili, dall’uso eccessivo di imballaggi monouso all’alto consumo di acqua e energia necessario per la produzione di carne. Le proteste di Milano segnano un punto di svolta nel modo di fare attivismo, unendo le questioni ambientali a quelle sociali per una lotta inclusiva che mira a un cambiamento profondo nella società.