Fleximan, un soprannome che negli ultimi tempi fa discutere l’opinione pubblica e gli organi di stampa. Identificato come l’autore di numerosi attacchi ai dispositivi di controllo della velocità comunemente noti come autovelox, quest’individuo sta tracciando una scia di azioni illegali su più fronti geografici in Italia, polarizzando il dibattito tra coloro che lo considerano un eroe moderno e chi invece lo vede come un chiaro esempio di delinquenza.
Il fenomeno ha avuto inizio a Lecce, dove Fleximan ha reciso i cavi di un autovelox sulla statale, evento che ha generato un misto di reazioni tra la popolazione locale e le autorità competenti. Da lì, le attività di Fleximan si sono estese anche in Piemonte, dove un cinquantenne è stato denunciato come presunto imitatore degli atti di vandalismo che stanno mettendo in discussione le norme sul rispetto della sicurezza stradale e delle regole del codice della strada.
Queste azioni sono state accolte con sentimenti ambivalenti da parte dell’opinione pubblica. Da una parte, alcuni cittadini apprezzano questa forma di protesta contro quella che percepiscono come un’eccessiva imposizione di sanzioni e un utilizzo discutibile degli autovelox, considerati a volte più strumenti di raccolta fondi che di sicurezza stradale. D’altro canto, però, si leva forte la voce di coloro che hanno perso i propri cari in incidenti stradali causati da eccessi di velocità, come testimoniato da una madre che, in una recente intervista, ha definito Fleximan un’insulto al dolore provato da chi, come lei, ha sperimentato le devastanti conseguenze dell’irresponsabilità al volante. Il dibattito è così accesso: Fleximan è un eroe o un criminale?
Mentre l’opinione pubblica si divide, le autorità continuano la loro caccia all’uomo, cercando di fermare la serie di atti di sabotaggio che mettono a rischio non solo l’ordine pubblico ma anche la sicurezza sulle strade. Fleximan, nel frattempo, con le sue azioni di notte, dimostra un chiaro messaggio: il suo dissenso verso un sistema che percepisce ingiusto. Che le sue motivazioni siano o no condivisibili, una cosa è chiara: le leggi non possono essere prese in mano da singoli individui e la sicurezza stradale rimane una priorità inderogabile.