Un fenomeno in espansione
Da ormai alcuni mesi, le cronache locali e nazionali riferiscono di una serie di atti vandalici mirati ai dispositivi di controllo della velocità: gli autovelox. Il responsabile, ribattezzato dai media come ‘Fleximan’, continua la sua azione iniziata in Liguria per poi diffondersi rapidamente anche in Emilia-Romagna. Solo nell’ultima settimana, quattro apparecchiature sono state manomesse tra queste due regioni, con la città di La Spezia e l’area di Carpi fra le più colpite. La metodologia adottata dal misterioso individuo spazia dal danneggiamento fisico fino alla completa distruzione delle colonnine che ospitano i dispositivi, facendo leva sull’antipatia popolare verso questi strumenti di monitoraggio della velocità.
Tra sicurezza e protesta
Questi episodi hanno generato un acceso dibattito pubblico. I sostenitori di Fleximan lo vedono come una sorta di eroe moderno contro la ‘tassazione occulta’ rappresentata dalle multe da autovelox, percepite più come una fonte di entrate per le casse comunali piuttosto che uno strumento per la sicurezza stradale. Altri invece sollevano preoccupazioni legittime sulla pericolosità dei suoi gesti, evidenziando come la presenza degli autovelox sia dimostrata nel ridurre la velocità media dei conducenti e, di conseguenza, il rischio di incidenti mortali o gravi.
Le reazioni delle istituzioni
Le autorità locali stanno intensificando gli sforzi per fermare l’onda di vandalismo, aumentando i controlli e indirizzando maggiori risorse nelle indagini. Nonostante le misure di sicurezza siano state rafforzate, Fleximan sembra agire sempre un passo avanti agli inquirenti. Tuttavia, la comunità si interroga sui risvolti legali e etici, mentre alcuni sindaci esprimono la necessità di un dialogo con i cittadini per comprendere le vere motivazioni dietro questa protesta e trovare un equilibrio tra il bisogno di sicurezza stradale e il senso di ingiustizia fiscale percepito da alcuni.