Michela Giraud entra nel mondo del cinema con ‘Flaminia’, un film che più di ogni altro progetto porta con sé non solo il peso della commedia ma anche quello della sensibilizzazione sociale. Giraud, principalmente conosciuta come comica e attrice, si distingue ora come co-sceneggiatrice e protagonista di questo film, che offre uno spaccato di vita pieno di emozioni, risate e momenti di profonda riflessione. Ambientato a Roma Nord, ‘Flaminia’ si fa carico della missione di raccontare con la giusta dose di leggerezza e serietà un argomento tanto delicato quanto importante: il rapporto tra due sorelle, di cui una con autismo.
Nel cuore della trama, troviamo la relazione tra Michela e sua sorella Flaminia, interpretata da lei stessa e da sua sorella nella vita reale, una scelta che dona al film un’autenticità difficile da replicare. Questo legame, così centrale per la narrazione, è al contempo fonte di lievi disavventure quotidiane e profondo affetto. L’intento di Giraud è chiaro: mostrare come l’amore incondizionato e l’accettazione possano superare ogni ostacolo, sensibilizzando il pubblico sulla realtà dell’autismo senza cadere in stereotipi o drammaticità eccessiva.
Accanto al forte messaggio sociale, ‘Flaminia’ non trascura l’intrattenimento. Giraud riesce a tessere una commedia ricca di umorismo, capace di far riflettere tanto quanto fa sorridere, situando la vicenda in un contesto familiare a molti ma spesso ignorato dal grande cinema: Roma Nord. Quest’ambientazione, unita all’irriverenza e alla spontaneità di Giraud, rende il film una perla rara nel panorama cinematografico italiano, capace di unire divertimento, introspezione e una limpida rappresentazione della diversità.