Il clima elettorale in Iran è stato segnato da una bassa affluenza ai seggi, riflesso di un crescente distaccamento tra la popolazione e la classe dirigente. Gli ayatollah, preoccupati da questo trend, hanno esercitato forti pressioni per spingere i cittadini all’esercizio del loro diritto di voto. In particolare, hanno evidenziato l’importanza del voto come forma di resistenza contro quelli che percepiscono come attacchi esterni alla nazione. Nonostante ciò, il senso di apatia e la percezione di mancanza di alternative politiche autentiche ha portato molti iraniani a scegliere l’astensione.
I risultati del voto evidenziano una situazione complessa, con una base elettorale divisa e un contesto regionale turbolento che esercita la sua influenza. Gli appelli degli ayatollah, focalizzati sulla resistenza contro ‘i nemici di sempre’, ovvero le potenze occidentali e i loro alleati regionali, dimostrano un tentativo di consolidare l’unità nazionale di fronte alle sfide esterne. Tuttavia, l’efficacia di questi appelli resta messa in discussione dalla bassa partecipazione elettorale.
Nonostante la chiusura dei seggi e l’avvio dello spoglio dei voti, l’esito delle elezioni rimane incerto. Il calo di fiducia nel sistema politico iraniano e il senso di rassegnazione che sembra aver invaso gran parte dell’elettorato potrebbero comportare uno scenario post-elettorale complesso, dove le sfide domestiche e internazionali si intersecano sempre più con le dinamiche sociali interne all’Iran.