L’assalto ad un furgone portavalori avvenuto in Sardegna ha segnato una delle più ingenti rapine degli ultimi anni, con un bottino che supera i 4 milioni di euro. Il colpo, avvenuto alla periferia del piccolo centro di Siligo, nel Sassarese, ha mostrato i segni di una pianificazione meticolosa e di un’esecuzione esperta, al punto da far sospettare il coinvolgimento di qualcuno con conoscenze militari.
Un’operazione quasi militare
La precisione e la coordinazione mostrata dai rapinatori durante l’assalto non lasciano spazio a dubbi: si tratta di un’azione preparata con cura. Si sospetta che le dinamiche e i tempi dell’operazione siano stati studiati per settimane, con movimenti che ricordano quelli di veri commando. La banda, composta da uomini armati e con il viso coperto, ha colpito con armi automatiche, immobilizzando i trasportatori e portando via il bottino in pochi minuti, prima di dileguarsi nelle campagne circostanti.
Testimonianze e indagini in corso
Il racconto dei testimoni è da brivido: l’autista del furgone portavalori ha narrato di come uno dei banditi lo puntasse con il fucile, temendo che in qualsiasi momento potesse partire un colpo. Le forze dell’ordine, immediatamente allertate, hanno avviato una caccia all’uomo su vasta scala, con posti di blocco e l’uso di elicotteri. Tra le testimonianze emerse, risalta quella di un videoclip amatoriale che ha catturato gli instanti concitati dell’assalto, elemento che potrebbe rivelarsi cruciale per le indagini in atto. Un bandito è rimasto ferito durante la fuga, dettaglio che potrebbe fornire importanti spunti investigativi.
Conseguenze e riflessioni
Questo colpo eclatante solleva questioni riguardo alla sicurezza dei trasporti di valori e all’efficacia dei sistemi di vigilanza attualmente in atto. Mentre le indagini proseguono, si riflette sul possibile background militare di almeno uno dei rapinatori, ipotizzando che l’adiestramento specifico possa aver giocato un ruolo chiave nell’esecuzione di questo audace furto.