La scelta di abbassare il limite di velocità a 30 km/h nelle città italiane sta scatenando un acceso dibattito pubblico. Da un lato, ci sono coloro che vedono in questa scelta un’opportunità per migliorare la sicurezza stradale e la vivibilità urbana. Dall’altro, un corteo di protesta si è formato a Roma per esprimere dissenso, definendo la decisione ‘delirante’. Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, ha risposto alle critiche citando la famosa storia di Asterix e la casa che rende folli, paragonando il caos del traffico alla confusione creata nel fumetto dal complesso edilizio costruito dai Romani. Questo parallelismo mira a sottolineare il bisogno di un cambiamento nella percezione dell’ordine urbano e nella gestione del traffico.
Tra i sostenitori della misura spicca la figura dell’archistar Stefano Boeri, nota per i suoi interventi urbanistici incentrati sulla sostenibilità e il verde. Boeri evidenzia l’importanza della scelta per una visione di città più umane e sicure, dove la riduzione del limite di velocità può limitare significativamente il numero di incidenti. I dati statistici dimostrano che a 30 km/h le possibilità di sopravvivenza in caso di incidente aumentano notevolmente rispetto a limiti superiori. La sicurezza stradale diventa quindi l’argomentazione principale dei fautori della ‘Città 30’.
Il dibattito si sposta anche sul fronte dei presidi e delle manifestazioni. A Roma, di fronte al Ministero delle Infrastrutture, un gruppo di attivisti ha allestito un presidio a sostegno della decisione, evocando la ‘vergognosa strage quotidiana sulle nostre strade’ per spronare la società civile a una presa di coscienza. L’obiettivo è duplice: salvaguardare le vite umane e promuovere forme alternative di mobilità urbana. Queste manifestazioni delineano un panorama sociale diviso sull’argomento, tra chi percepisce una limitazione alla libertà individuale e chi vede un’azione coraggiosa per il bene collettivo.