La notizia ha dell’incredibile e segna, senza dubbio, la fine di un’era nel panorama della lotta alla mafia in Italia. Dopo 31 anni di scrupoloso anonimato, Capitano Ultimo, il leggendario carabiniere che nel 1993 portò all’arresto di Totò Riina, ha deciso di rivelare il proprio volto al mondo. La decisione ha lasciato stupefatti molti italiani e apre una nuova pagina nella storia della lotta contro la criminalità organizzata nel nostro paese.
L’identità di Capitano Ultimo è stata per decenni uno dei segreti meglio custoditi all’interno delle forze dell’ordine italiane. Il suo ruolo cruciale nell’arresto di uno dei più pericolosi boss della mafia ha fatto di lui un vero e proprio eroe nazionale, sebbene il suo aspetto fosse sconosciuto ai più. L’anonimato era stato una scelta obbligata, necessaria per proteggere la sua vita e quella della sua famiglia da possibili ritorsioni.
La decisione di rivelare la sua identità non è stata presa alla leggera. In una conferenza stampa tenutasi a Roma, Capitano Ultimo ha spiegato che il suo gesto vuole essere un messaggio forte contro la mafia, un’azione simbolica volta a dimostrare che lo Stato italiano non teme i suoi nemici e che la lotta alla criminalità organizzata non conosce tregua. ‘Abbiamo camminato nel buio per troppo tempo; è ora di mostrare il nostro volto alla luce’, ha dichiarato, sottolineando l’importanza del coraggio civile nella battaglia contro la mafia.