Il tragico evento al casello A4 Ghisolfa di Milano, che ha sconvolto l’opinione pubblica due anni fa, ha trovato una svolta significativa in tribunale. L’uomo che, alla guida della sua auto, travolse un veicolo fermandosi il traffico e causando la morte di due donne, è stato assolto per infermità mentale dalla corte d’assise della città. Attraverso gli esiti di perizie psichiatriche approfondite, è stato stabilito che al momento del fatto il conducente versava in uno stato di incapacità di intendere e volere a causa di gravi patologie mentali.
La decisione ha sollevato un dibattito sull’adeguatezza delle procedure di verifica della salute mentale nel rilascio e nel mantenimento della patente di guida. Il processo ha evidenziato come, nonostante i precedenti psichiatrici, l’uomo fosse legalmente al volante il giorno dell’incidente. Questa circostanza ha portato a riflessioni sulla necessità di rivedere i protocolli esistenti, assicurando che individui con disturbi mentali gravi siano adeguatamente valutati per la loro idoneità alla guida.
Nel seguito della sentenza, si pone l’attenzione sull’importanza della prevenzione e sull’urgenza di armonizzare le procedure di rilascio della patente con le condizioni di salute mentale degli aspiranti conducenti. Le famiglie delle vittime, pur riconoscendo la malattia dell’imputato, esprimono la speranza che tali eventi tragici possano servire da monito per un miglioramento delle politiche sulla sicurezza stradale, in particolare per quanto riguarda la valutazione della fitness to drive di persone con patologie psichiatriche.