La situazione nella Striscia di Gaza continua a degenerare mentre la comunità internazionale osserva impotente l’escalation del conflitto. Nonostante i reiterati tentativi di facilitare il dialogo, le ultime sessioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU non hanno portato al tanto sperato cessate il fuoco a causa dei veti incrociati tra Stati Uniti e Russia.
La logica delle alleanze e dei rapporti geopolitici continua a sovrastare le necessità umanitarie di una popolazione intrappolata tra il fuoco di Hamas e le risposte militari di Israele, creando una situazione di grave criticità per la sicurezza e il sostentamento della popolazione civile a Gaza. Lo stallo diplomatico mette in luce quanto sia complessa la rete di interessi e quanto sia labile l’equilibrio in Medio Oriente, nonché la difficoltà delle Nazioni Unite di agire efficacemente in contesti di forte polarizzazione politica.
Il blocco è evidente anche nella gestione degli aiuti umanitari: con la popolazione sempre più disperata per la mancanza di cibo e acqua potabile, si sono verificati episodi di violenza e assalti ai camion di aiuto alimentare, segnali disperati di una crisi che si aggrava. Gli sguardi del mondo sono ora puntati sui possibili sviluppi diplomatici che possano portare alla cessazione delle ostilità, ma la strada sembra ancora lunga e irta di ostacoli. La comunità internazionale attende con urgenza un segnale di pace che possa anche rappresentare un punto di svolta per il futuro di Gaza e dell’intera regione.