Il giorno del calcio italiano è stato segnato da un duplice sentimento: il cordoglio per la scomparsa di Gigi Riva, simbolo del Cagliari e idolo indiscusso degli appassionati di calcio, e la contesa tra i tifosi durante i tributi in sua memoria. La Serie A si è fermata per un minuto di silenzio per onorare la memoria di ‘Rombo di Tuono’, ma non ovunque il rito commemorativo è stato osservato nel rispetto che la figura di Riva meritava.
Tributi in campo e fuori:
Nel corso della giornata di campionato, tutte le squadre hanno osservato un minuto di silenzio dedicato al grande attaccante scomparso. Alcuni stadi hanno esposto striscioni e coreografie per ricordare le gesta sportive di Riva, evidenziando quanto la sua figura abbia lasciato un’impronta indelebile nel panorama calcistico nazionale e non solo. Il ricordo di Riva è stato evocativo di una carriera straordinaria, impreziosita da momenti di sportività ed esempio di civiltà, come ricorda il titolo de ‘Il Sole 24 Ore’.
Contese tra le tifoserie:
Nonostante i molti tributi sentiti, alcune note stonate hanno interrotto l’armonia del ricordo. Ad esempio, durante Carrarese-Torres, una parte dei tifosi della squadra ospite ha deciso di allontanarsi dal proprio settore, in aperta contestazione durante il minuto di raccoglimento. Questo gesto ha suscitato polemiche e dibattiti sull’opportunità di rispettare i momenti di commemorazione, indipendentemente dalle rivalità sportive, sottolineando la necessità di condividere valori universali di rispetto e commemorazione.
L’eredità di un campione:
La prima domenica senza Gigi Riva è stata caratterizzata dalle emozioni contrastanti legate al suo addio. ‘La Gazzetta dello Sport’ ha definito la sua assenza come la mancanza di un ‘rosario di gol’, segno di quanto i suoi trionfi e il suo stile giocoso abbiano ispirato generazioni di tifosi e di calciatori. La lezione più grande lasciata da Riva al mondo del calcio è forse quella di un atleta che sapeva dire ‘no’ senza perdere la sua forza, una capacità di scelta che oggi risuona come un esempio di civiltà e integrità nel delicato contesto del calcio moderno.