L’eco delle proteste rimbomba nelle strade di Bruxelles: migliaia di agricoltori, provenienti da diverse nazioni dell’Unione Europea, hanno portato i loro trattori al cuore dell’Europa. Al centro delle contestazioni, le nuove misure ambientali e le politiche agricole ritenute eccessivamente restrittive e poco attente alle reali esigenze del settore primario. La capitale belga è divenuta lo scenario di un lungo corteo di mezzi agricoli, un’immagine simbolo del malcontento che serpeggia tra gli addetti ai lavori dell’agroalimentare europeo.
Il nodo delle politiche verdi: a catalizzare l’insoddisfazione degli agricoltori sono le recenti direttive ambientali ambite dall’Unione Europea. Accusate di essere decisioni calate dall’alto senza un adeguato coinvolgimento delle categorie direttamente interessate, queste normative rischiano di limitare la produttività del settore, senza fornire adeguate compensazioni o soluzioni alternative praticabili. Gli agricoltori chiedono quindi un ritorno al dialogo costruttivo e la revisione degli attuali indirizzi politici, in un momento già reso complesso dalle fluttuazioni dei mercati e dall’aumento dei costi di produzione.
La risposta delle istituzioni: nonostante l’entità delle manifestazioni, le reazioni istituzionali non si sono fatte attendere. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha espresso la volontà di avviare una serie di incontri per ascoltare le istanze degli agricoltori e valutare possibili adeguamenti delle politiche vigenti. Organizzazioni come Coldiretti hanno sottolineato l’importanza del settore agroalimentare e del cibo ‘made in Italy’, auspicando una maggiore considerazione delle peculiarità nazionali e regionali nell’elaborazione delle nuove normative.