Errore di traduzione o incidente diplomatico? Recentemente, sono sorte tensioni tra il governo di Israele e la Santa Sede a causa di un apparente malinteso nato dalle parole del Segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin. Durante un discorso, Parolin aveva utilizzato il termine ‘sfortunato’ per descrivere l’intervento militare israeliano nella Striscia di Gaza. Tuttavia, la traduzione iniziale diffusa ne aveva alterato il significato in ‘deplorevole’, suscitando le critiche di Israele.
La correzione del malinteso
L’ambasciata di Israele presso la Santa Sede ha prontamente messo in risalto l’errore di traduzione, sottolineando che le vere parole del cardinale Parolin erano di natura meno critica. Con la rettifica, è stato possibile stemperare le tensioni diplomatiche che si erano venute a creare. La correzione ha lasciato intendere come ciò che era stato originariamente interpretato come una condanna forte e decisa, in realtà non fosse che l’espressione di una preoccupazione moderata per gli eventi in corso.
Gli esiti del malinteso
Nonostante l’intervento chiarificatore, resta la domanda su come tale errore di traduzione possa aver influenzato le relazioni tra i due Stati. La delicatezza dei rapporti internazionali e il contesto già teso del Medio Oriente rendono ogni parola un potenziale catalizzatore di maggiori conflitti o, al contrario, di possibili avvicinamenti. L’incidente mette in luce l’importanza fondamentale di una comunicazione chiara e precisa, soprattutto quando in gioco ci sono la diplomazia e la stabilità tra nazioni.