Il Festival di Sanremo non è solo una vetrina della canzone italiana ma diventa spesso un palcoscenico per espressioni di malcontento sociale e politico. La serata del 13 febbraio 2024 si è trasformata in un evento di cronaca che ha visto protagonisti i manifestanti davanti alla sede Rai di Napoli e le forze dell’ordine. Il presidio era stato indetto per dare voce al dissenso in merito al tema trattato nella canzone di Ghali, sulla questione del genocidio e delle minoranze etnico-religiose, temi delicati che scatenano spesso discussioni accese nel tessuto sociale italiano.
La manifestazione e gli scontri
La manifestazione aveva lo scopo di far sentire la voce di chiaveva da tempo cercato di denunciare le violenze subite dalle minoranze ma è degenerata in momenti di tensione. I partecipanti, radunatisi pacificamente, hanno subito una dura reazione delle forze dell’ordine al primo tentativo di avvicinarsi alla sede Rai, con spintoni e uso del manganello per disperdere la folla.
Le conseguenze dell’evento
L’impatto degli scontri è stato immediato sui media e sui social network, scatenando un dibattito nazionale sulla libertà d’espressione e sul diritto di manifestazione pacifica. I media, tra cui ‘Repubblica’, hanno affermato di non aver censurato Ghali, sostenendo la libertà artistica e di espressione che Sanremo dovrebbe garantire. Contestualmente, si sono sollevate questioni legate alle responsabilità dell’ordine pubblico e alla gestione degli eventi da parte delle autorità.