Il raid del 11 febbraio
Un’esplosione improvvisa ha squarciato il silenzio di Rafah, comune nel sud della Striscia di Gaza, nel tardo pomeriggio dell’11 febbraio 2024. Secondo fonti locali, aerei israeliani hanno colpito obiettivi appartenenti a Hamas, il gruppo islamista che controlla la zona. Questa operazione, descritta come una risposta agli attacchi missilistici diretti verso il territorio israeliano, ha provocato la morte di almeno 25 persone, compresi civili, e ha accesso la miccia di un nuovo ciclo di violenza nella regione.
Le conseguenze immediate
Gli abitanti di Rafah hanno assistito ad una drammatica escalation, che ha visto l’intensificarsi dei raid israeliani e il lancio di razzi da parte di Hamas verso le città israeliane. Le immagini che giungono dalle agenzie di stampa mostrano scene di distruzione e di panico tra la popolazione. La sicurezza e la vita quotidiana sono state messe a dura prova, mentre si moltiplicano le chiamate internazionali per un immediato cessate il fuoco.
La crisi umanitaria
La già precaria situazione umanitaria nella Striscia di Gaza è peggiorata ulteriormente. I bombardamenti hanno danneggiato infrastrutture essenziali, come ospedali e scuole, esacerbando la crisi in corso. Nelle ore immediate dopo l’attacco, molte famiglie si sono spostate verso la spiaggia in cerca di rifugio, montando tende di fortuna per sfuggire agli attacchi. La comunità internazionale si ritrova nuovamente di fronte alla problematica di fornire aiuti immediati e di mediare per un ritorno alla tregua.