Gli istituti penitenziari sono da sempre crocevia di traffici illegali, in particolare quello di sostanze stupefacenti e dispositivi elettronici. Nella moderna era della tecnologia, anche i metodi di contrabbando si sono evoluti, come dimostra l’ultima operazione delle forze dell’ordine, che ha visto l’utilizzo di droni per superare le mura delle carceri. Questa innovativa tecnica criminale sembra essere diventata uno strumento sempre più diffuso nelle mani dei fornitori esterni delle reti carcerarie.
Operazioni congiunte e arresti: il contrabbando aereo smantellato
In un’incisiva operazione condotta dai Carabinieri, con il supporto di altre forze dell’ordine, sono stati effettuati diversi arresti in Piemonte, Lazio e altre regioni, a dimostrazione dell’estensione di questa pratica illecita. La tecnica consisteva nell’attaccare pacchetti di droga e cellulari ai droni, che poi venivano pilotati sopra le mura dei penitenziari, eludendo così i sistemi di sicurezza tradizionali e le reti anti-intrusione.
La reazione delle istituzioni e le misure di sicurezza
Le autorità, una volta scoperta l’esistenza di questi lanci aerei illegali, hanno reagito con immediati piani di controazione. Oltre agli arresti, sono state incrementate le misure di sorveglianza attorno agli istituti penitenziari, compresa l’installazione di sistemi capaci di rilevare e bloccare i droni. La lotta al contrabbando in carcere ora include quindi anche la sfida tecnologica, in un continuo aggiornamento delle strategie sia da parte delle forze dell’ordine che delle organizzazioni criminali.