La recente ondata di proteste che ha invaso le strade di Bruxelles, guidata da un esercito di trattori, ha finalmente sortito un esito positivo per gli agricoltori europei. Di fronte al massiccio ‘assalto pacifico’, la Commissione Europea si è vista costretta a reagire, concedendo una proroga significativa per il controverso piano agricolo che prevedeva la messa a riposo dei terreni nella cornice della politica ambientale dell’UE. La decisione è stata raggiunta dopo intense discussioni e, nonostante la dimostrazione di forza da parte del mondo agricolo, le forze dell’ordine hanno mantenuto un profilo basso, evitando lo scontro diretto con i manifestanti, che hanno circondato le istituzioni europee con il loro messaggio ‘No Farmer No Food’. La mobilitazione degli agricoltori è stata una delle più grandi in Italia, soprattutto a Cuneo, dove 500 trattori hanno sfilato, diventando un simbolo di resistenza e di lotta contro le politiche ritenute inadatte alle reali necessità del settore agricolo. Risposta di Bruxelles: La Commissione Europea, in risposta a queste manifestazioni, ha concesso la deroga per la messa a riposo dei terreni anche per l’anno 2024, riconoscendo la necessità di un maggiore dialogo con il settore e l’importanza di garantire la sostenibilità senza danneggiare la produttività e la sopravvivenza degli agricoltori. La concessione rappresenta non solo una vittoria per i manifestanti, ma anche un invito a rivedere le politiche agricole in funzione di un equilibrio più giusto tra le esigenze ambientali e quelle economico-sociali. No Farmer No Food: La ripetizione dello slogan ‘No Farmer No Food’ nelle proteste ha rafforzato il messaggio che senza agricoltori non ci può essere sicurezza alimentare. La deroga ottenuta è vista come un primo passo importante, ma i rappresentanti del settore agricolo ribadiscono che continueranno a lottare per modifiche più strutturali e sostanziali nella PAC, la Politica Agricola Comune. La mobilitazione, quindi, pur avendo ottenuto un risultato tangibile, non si ferma qui e promette di rimanere un punto fermo nell’agenda europea per il prossimo futuro.