La vicenda della tragica sparatoria sul set del film Rust ha finalmente trovato una delle sue conclusioni in ambito giudiziario. Hanna Gutierrez-Reed, l’armiera responsabile delle armi utilizzate durante la produzione, è stata condannata a 18 mesi di carcere per omicidio colposo. La sentenza segue gli eventi dell’ottobre 2021, quando Alec Baldwin, agendo secondo le indicazioni durante le prove di una scena, ha sparato accidentalmente causando la morte della direttrice della fotografia Halyna Hutchins e ferendo il regista Joel Souza. La notizia, riportata da fonti autorevoli come il Corriere, l’Ansa e il Post, subito ha catalizzato l’attenzione su aspetti cruciali della sicurezza sul lavoro nel mondo dello spettacolo.
Il racconto degli eventi riporta a riflessioni importanti sulla gestione della sicurezza nelle produzioni cinematografiche. Secondo quanto emerso dalle indagini e riportato dai tribunali, la pistola consegnata a Baldwin conteneva munizioni vere, al contrario di quanto sarebbe dovuto accadere in base alle normali procedure di sicurezza, che prevedono l’uso esclusivo di munizioni a salve. La responsabilità di questo grave errore è stata attribuita a Gutierrez-Reed, la quale avrebbe dovuto accertarsi dello stato e della natura dell’equipaggiamento utilizzato.
L’accaduto ha sollevato notevoli discussioni sull’importanza della sicurezza sul set e sulle responsabilità che competono a ciascun membro della troupe, soprattutto quando si tratta di gestire attrezzature potenzialmente pericolose. Il caso di Rust ha evidenziato come la deriva delle pratiche di routine, il mancato rispetto delle norme di sicurezza e la leggerezza nella gestione degli strumenti di lavoro possano avere conseguenze drammatiche. La speranza, espressa da molti commentatori del settore, è che questo tragico evento porti a una riflessione collettiva e a un miglioramento significativo delle politiche di sicurezza nelle produzioni cinematografiche future, per garantire che simili incidenti non si ripetano.