La Memoria che Unisce
In tutta Europa, il 27 gennaio si è celebrato il Giorno della Memoria, una data scelta per commemorare le vittime dell’Olocausto e riflettere sulla tragedia dello sterminio di milioni di ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale. Le capitale europee hanno visto sfilate e manifestazioni, non solo come atto di ricordo ma come dichiarazione di impegno a combattere ogni forma di antisemitismo. Ogni anno, la memoria di queste vittime viene onorata per educare le generazioni future sui pericoli dell’intolleranza, del razzismo e dell’esclusione.
Parole e Impegno a Livello Europeo
Durante una seduta plenaria del Parlamento Europeo, i leader politici hanno sottolineato l’importanza di preservare la memoria dell’Olocausto e di prevenire il ripetersi di simili atrocità. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha ribadito che non c’è spazio per l’odio antisemita, soprattutto in Europa. Il continente, custode di una storia dolorosa, si pone all’avanguardia nella lotta per i diritti umani e contro il riemergere di ideologie totalitarie.
Testimonianze che Fanno la Storia
Le parole di sopravvissuti come Irene Shashar rappresentano un ponte tra il passato e le sfide odierne. Shashar, scampata all’Olocausto, si è espressa in diverse interviste affermando che ‘Hitler non ha vinto’ e che il suo sogno è vedere un mondo libero dall’odio. Il suo messaggio, diretto in particolare ai giovani, è un monito a rimanere vigili e a combattere l’indifferenza, arma potente contro l’oblio. La storia di Shashar e di altri sopravvissuti arricchisce il tessuto della memoria collettiva, facendo della loro esperienza un faro di speranza e di impegno civile.