Il cuore della città di Milano è stato scosso da un atto vandalico carico d’ignoranza e odio: il murale che ritraeva i personaggi dei Simpson ad Auschwitz è stato imbrattato per la quarta volta con scritte antisemite. L’opera dell’artista Alexsandro Palombo, situata nei pressi del Memoriale della Shoah, mira a mantenere viva la memoria del genocidio e a condannare ogni forma di intolleranza e discriminazione.
Vandali senza memoria
Il murale, che rappresentava una potente e dolorosa rielaborazione della tristemente nota foto dei bambini prigionieri di Auschwitz, con le facce adattate a quelle dei membri della famiglia Simpson, è diventato un simbolo di memoria e riflessione nella metropoli lombarda. Tuttavia, la serie ripetuta di attacchi dimostra come il percorso verso una reale comprensione del passato e la lotta contro l’antisemitismo sia ancora lungo e irto di ostacoli. Le scritte oltraggiose sono apparse nella notte e non hanno tardato a suscitare indignazione e tristezza nella comunità cittadina e oltre.
L’arte si chiama fuori
Davanti a questo ennesimo attacco, l’artista Palombo ha deciso di non restaurare più l’opera. La sua scelta punta a dare un segnale forte: non reagire alle provocazioni per non normalizzare l’aberrazione. Ciò che era nato come monito ai passanti e ai visitatori, oggi diventa un muto testimone della corrosiva persistenza dell’odio. L’attacco al murale, soprattutto in concomitanza con il Giorno della Memoria, acquisisce un significato ancor più grave ed è percepito come un assalto non solo all’arte, ma alla collettiva coscienza storica.
La comunità reagisce
Le azioni per cancellare la memoria e diffondere il veleno dell’odio non passano inosservate. La comunità milanese e le istituzioni rispondono prontamente, condannando l’atto e ribadendo l’importanza della memoria storica e dell’educazione alle future generazioni. Il Memoriale della Shoah, luogo scelto per l’opera, rimane un faro di memoria e continua a rappresentare un appello accorato a non dimenticare gli orrori della Shoah e a combattere ogni giorno le discriminazioni.