Margherita Hack non è stata una bambina come tutte le altre. La sua era un’infanzia di ribellione e di libertà, nei panni di quella che lei stessa ha definito una ‘maschiaccia’, amorevolmente ribelle alle convenzioni del tempo. Nata a Firenze nel 1922, la giovane Margherita si distinse subito per il suo spirito indomito e non conformista. Era una sportiva eccellente, una nuotatrice competitiva e, più tardi nell’adolescenza, la sua passione per l’astronomia prese il sopravvento. Nonostante gli anni difficili della guerra e una tesi di laurea completata sotto il fragore dei bombardamenti, la sua determinazione nel percorso scientifico non vacillò.
La carriera universitaria di Margherita Hack cominciò all’Università di Firenze, ma fu all’Osservatorio Astronomico di Trieste che lasciò il segno più profondo. Nel 1964 divenne la prima donna a dirigere un osservatorio astronomico in Italia, mantenendo la guida di quello di Trieste fino al 1987. La sua ricerca scientifica era rivolta principalmente allo studio delle stelle, ma la sua curiosità e il suo impegno si estesero anche all’educazione e alla divulgazione scientifica. La sua voce era chiara e diretta, in grado di spiegare concetti complessi con semplicità, riuscendo a coinvolgere un pubblico vasto e variegato.
Margherita Hack è stata molto più di una scienziata; è stata un simbolo di lotta e di progresso. Il suo impegno nel campo dell’astrofisica è stato riconosciuto internazionalmente, e anche dopo il pensionamento, continuò a essere una figura centrale nel panorama scientifico e culturale italiano. Oggi, il suo nome è sinonimo di curiosità insaziabile, di lotta per l’affermazione delle donne nella scienza e di un’esistenza vissuta con audacia. Margherita Hack è un modello per future generazioni, con un’eredità che continuerà a influenzare l’astrofisica e oltre. La sua vita è ora oggetto di documentari e film che intendono diffondere la conoscenza di questa donna straordinaria e del suo impatto inestimabile sul mondo della scienza e della società.