All’incontro con la stampa estera tenutosi a febbraio, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha avuto modo di esprimere il proprio disappunto per alcuni atteggiamenti che percepisce come ostili nei confronti del suo governo. Pur sottolineando di non voler fare di tutta l’erba un fascio, la Meloni ha lamentato una forma di resistenza e pregiudizio che le appare ingiustificata, sottolineando come la sua ascesa sia stata democratica e come la linea politica del suo esecutivo sia improntata al rispetto dei valori europei e internazionali. Il messaggio che la presidente ha voluto trasmettere è chiaro: il suo governo non dev’essere etichettato o pre-giudicato, ma valutato sulla base delle azioni concrete e delle politiche portate avanti.
Il rapporto di Giorgia Meloni con la stampa estera tocca anche il delicato tema del confronto con il suo predecessore, Mario Draghi. Nel suo discorso, con una metafora calcistica ha paragonato la situazione a un cambio in campo in cui, nonostante la sostituzione, la fortuna della partita sembra non volgere al meglio. Pur riconoscendo l’autorevolezza di Draghi e il suo importante ruolo a livello europeo e internazionale, la Meloni ha espresso il desiderio che il suo operato venga osservato e giudicato indipendentemente, senza sovrapposizioni o confronti che potrebbero risultare riduttivi rispetto alla complessità e autonomia della politica attuale.
Nel medesimo intervento, la presidente ha affrontato anche il tema del video pubblicato in precedenza in cui invitava la stampa estera all’atteso incontro. L’approccio diretto e talvolta provocatorio di Giorgia Meloni ha suscitato reazioni contrastanti, ma allo stesso tempo ha posto l’accento sull’importanza della comunicazione politica nell’epoca moderna, e sulla necessità di ridefinire il rapporto con i media in un contesto globalizzato e sempre più interconnesso. La politica, sembra suggerire la presidente, non può prescindere da un dialogo aperto e sincero, anche quando ciò può significare affrontare apertamente le divergenze e le criticità.