Il 27 gennaio, il Giorno della Memoria, è una data scolpita nella coscienza collettiva dell’umanità come momento di riflessione sulle atrocità dell’Olocausto. In questa solenne occasione, il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, ha reso omaggio alle vittime del nazifascismo e ha evidenziato le responsabilità storiche dell’Italia fascista.
Responsabilità e rimorsi dell’Italia fascista
Nel suo discorso, il Capo dello Stato ha ricordato l’adozione di ‘ignobili leggi razziste’, facendo riferimento alle leggi razziali promulgate in Italia nel 1938, che hanno rappresentato una macchia inestirpabile nell’albo d’onore del Paese. Mattarella ha sottolineato che una nazione costruisce la propria identità non solo attraverso le pagine eroiche, ma anche attraverso i momenti di arretramento civile e morale, che devono essere riconosciuti e servire da lezione per il futuro.
Un monito contro i pericoli attuali
Le parole del Presidente non si sono limitate alla condanna del passato, ma hanno anche avvertito del ‘virus micidiale’ del culto del capo che minaccia le basi stesse della democrazia. Mattarella ha esortato i cittadini a non abbassare la guardia, riconoscendo che il rispetto per il prossimo e la difesa dei valori democratici sono gli anticorpi più efficaci contro ogni forma di totalitarismo.
Diritto a uno stato e convivenza universale
In una prospettiva più ampia, il Presidente ha allargato il suo sguardo ai drammi contemporanei, richiamando l’importanza della coesistenza pacifica tra i popoli e affermando che chi ha sofferto non dovrebbe negare a un altro popolo il suo diritto a uno stato. In un mondo segnato da conflitti innumerevoli e onde migratorie imponenti, Mattarella ha invocato un impegno collettivo per una convivenza che non trascuri le lezioni del passato.